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In Italia l'attenzione ai temi del lavoro si è concentrata quasi esclusivamente sugli aspetti giuridici e sui meccanismi regolativi del mercato, perdendo di vista la dimensione dei valori e delle aspettative dei lavoratori verso la propria occupazione: in altri termini, la dimensione soggettiva. Il rischio, quando si guarda al lavoro, è di non riuscire a mettere realmente a fuoco le diverse questioni, facendo così prevalere gli stereotipi. A cinquant'anni dal '68 e dalle lotte del movimento operaio e degli studenti, qual è il valore e quali sono i significati attribuiti al lavoro? Il volume, che si avvale di una serie di ricerche nazionali periodiche svolte presso gli occupati, raccoglie le percezioni e gli orientamenti dei lavoratori su queste tematiche, con l'obiettivo di delinearne, fra l'altro, le rappresentazioni del lavoro, il livello di partecipazione e di identificazione con l'impresa, le idee sulla giustizia sociale e sul sindacato, i mutamenti nei profili professionali. Lo scopo è offrire una nuova descrizione del punto di vista di chi lavora, che ancora manca nel settore industriale ed è tanto più inesistente in quello dei servizi. E, più in generale, proporre una lettura delle trasformazioni delle culture del lavoro, coerente con i cambiamenti dettati dalla Quarta rivoluzione industriale. Perché i lavoratori da tempo sono "fuori classe".